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LA GIORNATA DEL 14 LUGLIO 2018
Situazione meteo
Il contesto nel quale si è svolto il volo non era dei migliori, la stagione di volo 2018 è stata caratterizzata da numerosi passaggi frontali che hanno garantito temperature medie più vicine alla norma e una vivace alternanza tra aria tropicale e polare. Sabato 14 luglio abbiamo vissuto una fase di questa alternanza, ci trovavamo infatti in un contesto di pressione livellata a terra sui valori medi con un andamento incrementale dei valori in quota a causa dell'espansione del promontorio tropicale, che purtroppo vedeva il proprio asse piegato verso la Grecia restituendoci un flusso zonale in quota moderato (40kt W 500mb). Non si era riscontrata in quota curvatura ciclonica. In sostanza ci siamo trovati a volare in una colonna d'aria che aveva notevoli differenza tra Emilia e Toscana: il catino della pianura Padana era ancora colmo di aria fresca umida e instabile, mentre in quota e in Toscana si riscontrava aria calda e secca.
Il profilo termico verticale di Bologna riportava un buon 17 gradi a 1500m in prossimità di una debole inversione. Sopra e sotto a questa due tassi di raffreddamento quasi adiabatici che facevano ben sperare.
Gli ultimi run avevano infine evidenziato un accumulo di precipitazione a terra sensibilmente diverso tra versante nord e sud della catena appenninica, tant'è che abbiamo ipotizzato in chat (paraorganizomes, oggi meteorganizomes) di considerare la Toscana/Garfagnana come possibile evoluzione del volo.
Sviluppo
L'attività non è partita subito, probabilmente per il terreno umido, pertanto abbiamo aspettato le 11 per decollare. Le condizioni erano deboli con una base in zona m.te Caio intorno ai 1.700m. I cumuli tendevano a persistere e si registrava qualche valore più intenso solo oltre la base a fianco del cumulo.
Il volo si è sviluppato parte in Emilia e parte in Toscana dove il cielo era sgombro da nubi e dove, nel corso della giornata, vedevamo consolidarsi il "muro di nubi" posizionato circa sulla verticale della catena dove si potevano raggiungere anche i 2.500m surfando nel versante sud. Poiché i venti non erano sostenuti, era interessante vedere l'evoluzione del muro di nubi, che con andamento irregolare a volte "straripava" leggermente a sud (M. Marmagna) e a volte a nord (Lagastrello, M. Casarola). In Garfagnana si sono formati cumuli con base sui 2.500m, ma il muro di nubi non era così netto come sulla Lunigiana e più spostato a nord.
Forte della propria esperienza, il Terenz si è goduto un'andata e ritorno sul confine tosco-emiliano, indicandomi costantemente le zone migliori per salire, mentre io ho provato a sviluppare un triangolo con punto a Nord consapevole sia delle difficoltà che avrei trovato a causa della brezza, della base più bassa e del minore irraggiamento, ma anche consapevole delle prestazioni dello Zeno che ho avuto modo di provare negli ultimi voli (purtroppo) in condizioni pressoché analoghe.
Vi risparmio i dettagli di un volo che spesso ha assunto caratteristiche surreali per l'abbondante "dimensione nuvolosa" e per la pace e desolazione dell'alto crinale; cito solo con grande soddisfazione l'aggancio nei pressi di Vetto (da marcare ;-)) a 700m circa, che mi ha consentito di raggiungere il meritato fresco della condensa oltre i 2.000m alle 17.30 di pomeriggio ed il cui sapore ricordo perfettamente come se fosse adesso.
Sicurezza
La presenza di cumuli con un certo sviluppo ha destato una normale preoccupazione tra i piloti presenti. La nostra attenzione era puntata sul top del cumulo, ossia sull'evoluzione della quota max raggiunta dal top del cumulo nelle diverse ore della giornata. A tal proposito mi permetto di consigliare di esercitarsi a misurare la quota base e quota top del cumulo provando a stimare e a trovare conferma tra i compagni di volo....se non si inizia non imparerà mai e continueremo a confondere nubi pericolose da quelle innocue.
L'aumento della pressione in quota prevista e le caratteristiche del flusso zonale costituivano un requisito importante, teoricamente in grado di "cappare" eventuali sviluppi. Ma la prudenza impone di adottare sul campo un monitoraggio continuo dello sviluppo dei cumuli che avveniva grazie alla maggiore visibilità e quota ottenuta nel versante toscano e grazie al contatto radio.
Il volo è stato fatto mettendo in conto che la via di fuga, in caso di sovrasviluppi, sarebbe stata la Toscana.
Considerazioni
Volare da noi non è facile e lo è meno quando le basi sono intorno ai 1.800m. Per andare a zonzo nell'alto crinale si deve fare i conti con dislivelli "sottili" sotto i piedi, maggiore attività cumuliforme, venturi, ombre e scarsi atterraggi, mentre nel medio e basso crinale il volo equivale ad una caccia al tesoro dove non è consentito avere una seconda possibilità, e dove rileva tantissimo la comprensione delle "correnti orizzontali" degli strati bassi che, come imponenti fiumi scorrono lungo i nostri affluenti del Po e generano ed inibiscono le ascendenze in ragione della propria intensità e direzione. Insomma le difficoltà non mancano, ma anche il gusto quando si fanno scelte giuste!
Credo che la capacità di anticipare l'evoluzione meteo sia una competenza chiave del pilota appenninico che vuole godersi l'ambiente in sicurezza. In questo senso invito tutti ad iscriversi a meteorganizomes dove, grazie alla partecipazione di persone che fanno parte della storia del volo, stiamo costituendo il più grande archivio meteo delle giornate di volo del nostro territorio a beneficio di tutti i piloti.
Questa volo/maratona lo ricorderò come uno dei più impegnativi per gli aspetti legati all'interpretazione del cielo e del territorio, ma anche uno dei più piacevoli per la presenza di un gigante che mi ha stimolato facendomi superare ostacoli che, come al solito, erano solo nella mia testa...vai Terenz!
albo

Classifica XC aggiornata al 20 luglio 2018