Il deltaplano in provincia di Parma (1)
di Franco Bianchi
LE MEMORIE
Il primo delta giunto a Parma fu acquistato dagli aeromodellisti nel 1974, ma mai decollò.
Nel ’75 venne acquistato un secondo delta da alcuni paracadutisti della sezione ANPD’I di Parma. La spesa sostenuta ammontava a quel tempo in lire 25.000 a testa e questi furono i precursori del volo librato a Parma.
In elenco:
Macor Armando, Conforti Giovanni, Grassi Valerio, Bianchi Franco, Delendati Sergio, Barbazza Carlo, Salsi Silverio, Bianchinotti Alberto, Mauro Guerra, Gasparini Lucio, Fulvio Molinari, costoro sono stati essenzialmente i primi deltaplanisti della provincia.
Cominciarono i primi voli con l’aiuto degli aeromodellisti, in quanto avevano qualche nozione in più in fatto di volo planato e i paracadutisti avevano il coraggio necessario per decollare, per correre quanto era necessario a far staccare da terra questo piccolo delta.
I primi voli vennero effettuati a: Tordenaso, Ramiola, Calestano, Gaiano, poi Solignano e il Prinzera.
Ogni domenica si rientrava mezzi rotti, mi ricordo che a Mauro “Babbone” Guerra dicevo: ” io non torno più” ma la passione era viva, smisurata, tanta da far dimenticare i lividi e la fatica, le attese, ed al sabato successivo si ripartiva.
Dopo sei mesi circa alcuni rinunciarono perchè era complicato imparare, nessuno conosceva le basi, e si procedeva per tentativi, per sperimentazioni e ruzzoloni!
Rimanemmo io e il Babbone che dopo poco si infortunò a Borgotaro.
Rimasto solo, volavo a Calestano e in atterraggio un giorno mi trovai i gemelli Bricoli in moto con Rovaldi.
Furono subito molto interessati e mi tempestarono di domande, gli diedi il nome di Guerra sapendo che con lui avrebbero trovato un buon appoggio.
Avvenne che con dei trascinatori come Guerra, che si era ristabilito, ed i Bricoli si migliorò nell’apprendistato del volo e così le presenze nel gruppo aumentarono.
I luoghi di Varsi ed il Monte Dosso nel ’76 diventarono un punto di appoggio ed aggregazione con l’aiuto di tutta la cittadinanza che aveva preso a cuore la nostra passione per il volo libero, e ci dava sostegno nei nostri voli.
Si incominciò ad organizzare le prime gare e i primi raduni.
Il ’76 è anche l’anno in cui il sottoscritto con l’aiuto di alcuni amici di Calestano atterrò con il delta nella piscina situata nel Rio Spigone; fu un impresa abbastanza ardua ora documentata da alcune foto (seguirà articolo).
In questo periodo il gruppo di Parma si iscrive alla federazione Italiana di volo libero (FIVL) ed il sottoscritto stacca la tessera n.235.
Gli atleti del gruppo di Parma incominciano così a farsi conoscere a Tiene (VI), a San Marino, Asciano di Pisa partecipando alle varie manifestazioni e competizioni, ottenendo sempre degli interessanti risultati.
In nomi dei piloti degli anni 77/78 sono:
Guerra, Bricoli, Bianchinotti, Grassi, Bianchi, Melloni, Rossi, Romenghi, Salsi, Rovaldi, Conforti.
Nel settembre 78 cade a Brescia Melloni che purtroppo non riesce a recuperare e muore ed a lui viene intestato il club dei deltaplanisti: “Delta Club Filippo Melloni”.
Da allora il club di Parma divenne quello da battere in campo nazionale.
Gli atleti
Mauro “Babbone” Guerra che è stato mentore, maestro ed iniziatore per molti di noi volatori della provincia di Parma, al 2° posto ai campionati italiani del 1980.
È forse inutile ricordare le abilità atletiche e sportive dei gemelli del volo: Erminio “Mino” e Stefano Bricoli atleti di assoluto valore mondiale, da sempre presenti nella nazionale italiana, pluricampioni italiani, che per due decenni hanno calcato le scene agonistiche internazionali, e che in coppia sommano diversi campionati italiani a partire dal lontano 1978.
Luigi Romenghi, detto “radiolina”, appassionato di volo con il deltaplano dal 1976, che vinse il campionato italiano 1980.
Guido Dalla Rosa nazionale e primo a passare il fiume Po partendo dal decollo Monte Caio, rampollo di una famiglia di uomini uccello: i fratelli Vittorio, Ludovico ed il padre Guidobaldo, tutti egualmente “malati” di volo.
Vittorio Pinni più volte presente nella nazionale delta, ora grande pilota di aliante (campione italiano classe standard 2008), i suoi voli di istanza si ricordano ancora, ha detenuto negli anni 80 il record di italiano di distanza di 167km.
Filippo Oppici, nazionale italiano, purché residente negli U.S.A., fresco campione mondiale 2009, vederlo volare, con la sua innata sicurezza, fa sin stizza.
Davide Guiducci campione italiano 2001 e campione mondiale 2009, altre parole sono superflue, un grandissimo pilota!
I tecnici e i professionisti del settore
Come dimenticare Andrea Boschi deltaplanista delle origini, rivenditore di zona di una delle prime ditte italiane di costruzione di delta la mitica “Polaris” di Costacciaro, antesignano del parapendio in Italia, tra i primi a credere nel nuovo mezzo volante, tanto da iniziare in Europa con la Paradelta Parma, la progettazione e la costruzione dell’ala floscia.
Giordano Comelli anch’egli deltaplanista “primordiale”, tecnico e profondo innovatore, più di qualche persona del popolo volante, gli deve la vita o qualche frattura di meno. Inventore dell’espulsione pneumatica del pacchetto paracadute.
Molti altri che sono passati dal volo libero al motore, sicuramente hanno lasciato tracce indelebili e profonde nella storia del volo libero non solo della nostra zona, ma anche d’Italia, come:
Alberto Bianchinotti, inizia a volare a libero nel lontano 1975, poi passa al motore e diviene importatore e collaboratore di una delle maggiori case costruttrici di pendolari: Air Creation.
Eugenio Carra e Luigi Rossi: deltaplanisti, e piloti di pendolare, in rappresentanza dell’Italia si sono piazzati al 4° posto assoluto agli ultimi WAG (Word Air Game 2009), un altro orgoglio per il nostro club!
Molti nomi si possono ricordare oppure perdere nella memoria , uomini e donne presi da quel “male oscuro”, tutti animati dal sacro fuoco del sogno ancestrale dell’uomo: VOLARE!
La storia del volo libero nella provincia di Parma si dipana attraverso un trentennio, e molti volti e cuori hanno attraversato la soglia da “terramaricolo” a “uomo uccello”; per alcuni solo un breve ma intenso periodo di esperienze e di amicizie, per altri è diventato un lavoro, per alcuni uno stimolo agonistico irrefrenabile che ha portato alla nostra provincia numerosissimi allori.
Ma la storia continua, e l’auspicata apertura di una scuola, potrebbe rinverdire allori ed aumentare la consapevolezza che Parma, come poche altre province, ha dato un contributo grandissimo per lo sviluppo del volo libero in Italia.
I nostri voli
Il monte Prinzera
Una roccia scura tra le morbide colline della media valle del Taro, un affioramento ofiolitico dal profilo originale nel paesaggio del medio Appennino parmense. Un rilievo di 736 metri sul crinale che separa il Taro e lo Sporzana, dall’aspetto aspro e selvaggio.
La copertura vegetale é un mosaico molto diversificato di boschi misti, cespuglieti, praterie, vegetazione delle zone umide.
Parliamo del Monte Prinzera “fonte battesimale” di molti, se non della totalità, dei volatori parmensi, divenuto purtroppo impossibile da utilizzare.
La sua esposizione est-ovest dava la possibilità di lunghissimi voli in dinamica durante i mesi invernali con vento da est nord est (Bora) con temperature impossibili, da ghiacciare attaccati alla barra!
Questo volo è stato per moltissimi “deltasauri” il primo ed indimenticabile “volo alto”; quanti ricordi si sciolgono tra le tue rive rocciose e spoglie!
Monte Caio: la catena e la valle dei cento laghi, il “volo del pensionato”
Il Monte Caio punto di arrivo e partenza di tutti i piloti della zona, dalle prime termiche per i polli, ai grandi voli xc (acronimo di cross country, ovvero volo di distanza).
Con la sua termica di servizio posta proprio di fronte al decollo, che in pratica fa decollare direttamente all’interno della colonna d’aria ascendente, permette un guadagno di quota sicuro.
In condizioni normali i guadagni di quota di mille metri sono pressoché una garanzia, di qui le possibilità di xc sono molte, le direttrici più frequenti sono però a sud-ovest, verso la catena degli appennini per agganciare le cime più alte seguendo lo spartiacque tosco emiliano: Alpe di Succiso, Cusna, Cimone, poi si apre la possibilità verso la Toscana, verso il mare.
L’ alternativa è il volo verso nord, puntando alla pianura.
Molti km di volo sono stati percorsi in questi anni, ma il volo che più di tutti è stato bramato e compiuto più e più volte, e che è certamente stato il viatico tra una condizione di pollastro a vero pilota è “il volo del pensionato”.
50 km con un percorso quasi ad arco, sogno di tutti i novizi, non esageratamente carico di difficoltà, ma con qualche passaggio decisamente impegnativo!
Il decollo dal Monte Caio con puntata alla catena attraverso il passo del Ticchiano ed il Monte Navert, il sorvolo della Valle dei Cento Laghi, con questi specchi di acqua montana incastonati tra il verde dei prati, quale sublime poesia.
La boa tra il monte Aquila ed il Marmagna e di qua verso nord, verso la pianura, il sorvolo del decollo di Quinzano, il monte Sporno con la sua termica fissa “della pista di cross”, poi la pianura, l’atterraggio di Torrechiara, finalmente la vista del castello!
Voli che per i più bravi continuavano verso la pianura, verso il fiume Po, ed anche oltre!!
Quinzano e The future fly
Il decollo di Quinzano esposto a nord est, è nei miei ricordi un posto singolare, a poca distanza dall’abitato di Langhirano risulta immerso in un silenzio e in una pace del tutto particolari, luogo e volo con un forte contatto con la natura.
Questo volo ha regalato numerose volte l’ebbrezza di dividere la stessa termica con le poiane, rapace molto numeroso in questa zona, vederlo volare a pochi metri dalla nostra ala è stupendo.
Qualche volta, venendo al mattino presto, per iniziare il montaggio del delta o solo per fare una immersione nella natura, si potevano vedere i caprioli sul prato di decollo, circospetti ma incuriositi.